Nel mondo della medicina il progresso scientifico viaggia veloce e molte sono le novità che rivoluzioneranno l’approccio terapeutico di diverse patologie. In tale ambito, l’avvento di nuove tecniche di indagine microbiologiche ha portato alla luce un mondo che fino a qualche anno fa era stato ampiamente trascurato. Quello della flora microbica intestinale.
Il microbiota è coinvolto.
Non solo in patologie gastrointestinali, ma anche extra-intestinali con una forte impatto sulla suscettibilità alle malattie infettive, tra cui la classica influenza stagionale.
Questo sta già portando a delle ripercussioni terapeutiche enormi.
Questo ecosistema agisce come un’unità funzionale, organizzata in un sistema semipermeabile, che permette l’assorbimento di nutrienti e macromolecole, richieste per i processi metabolici umani e, allo stesso tempo, protegge l’organismo da microorganismi potenzialmente invasivi.
Un’alterazione sfavorevole della permeabilità intestinale può determinare il passaggio di macromolecole contenute nel lume intestinale verso i tessuti sottostanti e dunque nel circolo sanguigno, con una conseguente rimodulazione della risposta immunitaria e l’induzione di uno stato infiammatorio sistemico cronico.
Allegato CP Immuno
Le conseguenti alterazioni della composizione microbica, dello strato di muco, delle attività metaboliche delle cellule epiteliali intestinali e delle loro giunzioni intercellulari sono in grado di determinare uno squilibrio dell’ideale omeostasi.
La conseguenza è l’indebolimento delle difese immunitarie dapprima intestinali e poi sistemiche, un aumentato rischio di fragilità e una maggiore propensione all’instaurarsi di condizioni patologiche infettive.
Pertanto una modulazione terapeutica del microbiota e, nel complesso, della barriera anatomo-microbiologica intestinale può rappresentare potenzialmente uno strumento potentissimo nella prevenzione delle patologie infettive.